Wednesday, May 12, 2010

La legge del Gonzo


Si sa che autodefinirsi ed etichettarsi può risultare piuttosto rischioso.
Sia che lo si faccia in buona che in malafede.

Ecco, a me Alternative è un termine che mi è sempre sembrato un po' paraculo.
Cosa definisce l'essere alternativo a una corrente principale?
Ovvio: se il mainstream impone un determinato gusto o un particolare modo di fare, proporre un alternativa estetica e/o di metodo può sembrare sufficiente.
Ma capita che grattando un poco la crosta, si scopra che sotto la sostanza rimane la stessa.

Arriviamo quindi agli anni '90.
Sotto i piedi dell'establishment della carta patinata, popolata da strappone (passami il francesismo) altrettanto platinate, qualcosa inizia a muoversi.
Un diverso gusto, orientato più verso i tatuaggi, la body modification e quello che Forrest Black, uno dei due fondatori della rivista Blue Blood (una delle prime a fare circolare materiale Alt), definisce "a crazy-punk-rock-arsonist-bad-girl feel".

Internet, si sa, è una manna per tutti quei fenomeni che sembrano, più o meno genuinamente, spontanei e autosufficienti.
Verso i primissimi anni del post-2000 (come cavolo li chiamo? anni '0!?), con una concentrazione nel 2001, vedono i natali una marea di siti legati alla nuova corrente che nel decennio precedente si era consolidata anche grazie a un seguito prettamente underground.
Iniziamo quindi a parlare di siti più dichiaratamente espliciti, come nel caso di Burning Angel, Friction USA, RaverPorn e similari, ed altri più orientati verso il softcore o l'alt-modelling come il celebre (e parecchio discusso) Suicide Girls, praticamente capolista del genere.

Ed proprio un sito come Suicide Girls sembrerebbe spostare l'ago della bilancia verso nuovi equilibri.
Nel suo particolare caso, le ragazze (perché sempre di ragazze si parla) non sarebbero più manichini nelle mani di un fotografo, bensì elementi attivi con voce in capitolo su tutto ciò che riguarda la realizzazione del set che le ritrae.
Oltre a questo il sito viene strutturato più secondo il concetto di community, con profili testuali gestiti dalle "modelle" stesse, approfondimenti e interviste a autori e personaggi di genere.
Non si parlerebbe più di oggetti sessuali ma di individui sessuali.

In maniera diversa, anche i siti per adulti sono stati toccati da questa "rivoluzione".
Il modo stesso di porsi sarebbe più libero e consapevole.
Dirty si, ma con ironia e in maniera disincantata.

Il che è tutto molto bello, ma sorge spontanea la domanda.
"Se con punk-porn intendo attraenti ragazze con piercing e tatuaggi che si spogliano... avrò la parte del porn. Il punk dove sarebbe?"
Anche perché un fattore rimarrebbe determinante: quello monetario.
Come può essere un genere veramente innovativo, se deve prestare attenzione al guadagno?
Non rischio di avere la stessa cosa che l'impero hustleriano produce da anni, con una patina di nero?

Ok. Ho quasi finito di farmi seghe (mentali). Giuro che al prossimo giro concludo.

Attenzione: non ho messo insieme softcore e hardcore in maniera inconsapevole e avventata, credo semplicemente che le grandi zone scure siano condivise (in maniera diversa) da entrambi i filoni. Poi vedrai che capisci cosa intendo.

Ah già. Con gonzo si intende anche questo.

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